ASTORE-GIARDINI-RAGALZI

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ASTORE – GIARDINI – RAGALZI
04.04.2017 – 27.05.2017

Ferdi Giardini, nasce a Torino nel 1959, dove vive e lavora.

…Partito da un’indagine che prendeva in considerazione il rapporto fra uomo e natura ( dove le due entità più che su posizioni di conflittualità erano considerate su posizioni di convivenza-sopravvivenza), Giardini si spinge oltre andando alla ricerca di ciò che, a prima vista, sembrano i reperti, corrotti e alterati, della nostra civiltà, ma che celano un ulteriore significato. Questi elementi di archeologia industriale, modificati dalle reazioni chimiche e del tempo, hanno mutato la loro stessa sostanza. La struttura imbullonata e saldata rivela un’insospettabile levità, la lamiera uniformemente grigia trova nell’azione della ruggine nuovi colori e tonalità e la stessa installazione tende a liberarsi dai vincoli della gravità per aprirsi ad una nuova dimensione. 
dal testo di Massimo Melotti, gennaio 1987

Opera:
Dentro una lacrima una tremenda accelerazione, 1987, 
pigmenti pure su compensato
cm 162 x 488

Salvatore Astore, Nasce a S. Pancrazio Salentino nel 1957. Vive e lavora a Torino.

“ L’arte che ha voluto essere scimmia della natura ha virtualmente perso la scommessa dal momento che ha deciso di essere somigliante al vero”. 
Robert Klein, Note sulla fine dell’immagine, 1962
Le lamiere su cui sono state costruite danno loro, nonostante le dimensioni, un agile leggerezza. Astore segna un passaggio della calotta umana e di tutto ciò che essa può significare, dallo stato vivente a quello di fossile. Il ferro, saldato e verniciato, produce un bestiario fantastico. I rilievi metallici alludono anche a dorsi animali, a figure di scarabei e cocciniglie. Le lamiere, dunque, opportunamente assemblate, favoriscono una consistenza che rimanda allo scudo osseo e alla corazza animale…. 
Elisabetta Tolosano Archiovio storico LA STAMPA, 1987

Opera:
Salvatore Astore
, Calotta, 1987, Ferro saldato e vernice, cm 200 x 190

Sergio Ragalzi, nasce a Torino nel 1951, dove vive e lavora.

La nota tragica che suona Ragalzi con i suoi neri ha a che fare con l’individuo, con la sua paura primordiale, e con quell’orientamento che coniuga conservazione, attaccamento e, al medesimo tempo, una estrema volontà deflagrante.
…I Virus con le loro forme geometriche semplificate e con la loro presenza incombente e spaventosa rendono infatti evidenti i motivi di questa umanità distrutta e ridotta ai minimi termini: su di essa grava inevitabilmente il ricorrere delle tragedie, annientamenti e cancellazioni…
dal testo di Elana Forin, Il senso profondo delle immagini.

Opere:
Sergio Ragalzi
Virus, 1988
, pittura industriale su lamiera di ferro
cm 222 x 181 x 33
Sergio Ragalzi
Virus, 1988
, pittura industriale su masonite
cm 244 x 275

© Copyright - Davide Paludetto Arte Contemporanea